Giovanni Testori

Periodico

La monaca Rosvita e la notte del teatro

Parte della stessa prestigiosa collana («I libri della spiga»), rilegata nella stessa carta azzurrina, contenuta entro un uguale cofanetto, quel cofanetto che, l’anno scorso, aveva tentato di chiudere in sé gli urli, le …, le difese, le profanazioni e le bestemmie che s’erano alzate dal Convento di Marianna di Leyva, l’iperfamosa Monaca di Monza, esce, […]

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Il canto e la spada della vita

Natale, oggi? Natale, in una società così improvvida di sé, del proprio presente e del proprio futuro, anche se sembra non preoccuparsi d’altro? Letto secondo le proposizioni di ricca, idiota allegria, d’indifferenza al duro, affamato, strangolato, talvolta addirittura impossibilitato esistere altrui, alle preposizioni d’egoistica pseudo felicità, di prestabilita illibertaria libertà, che son proprie a tale

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Quel «gran lombardo» che seziona lo stile

Schivo e massiccio; tenero e possente; sempre in ordinata «rivolta» con sé e con gli altri (forse perché la sua «rivolta» è, primariamente, quella del civile nitore e del civile rispetto); accesi gli occhi da una lucentezza «ticinese», forse di già svizzera (la «sguizzera» dei canti di Brianza), Dante Isella l’incontro di rado (e me

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Dentro le contraddizioni della poesia di Rimbaud

«L’automne déjà!» – così attacca (e stacca), in una bruma ben più metafisica che temporale; così ascende e precipita, sconsolato e furioso, sfasciato di colpe e irto di glorie, angelicamente umiliato e satanicamente illegale e superbo, l’ultimo atto della «Saison» rimbaudiana. È, per l’appunto, l’«adieu»; ma, addio a chi e a che? Protervamente, atrocemente, saremmo

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Testori replica a Pannella sulla droga

Quando avvia le sue battaglie, Pannella usa per loro, con preferenziale frequenza, l’aggettivo di «civile». Anche nella sua lettera pubblicata ieri sul «Corriere» a proposito della liberalizzazione della droga, elencando le lotte che il suo partito ha svolto, a suo giudizio sempre per il bene del Paese, adopera tale aggettivazione. Forse se si provasse a

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Incredibile: un traffico di feti per l’industria della cosmesi

Prima d’accostare questo tragico argomento, è forse il caso, per chi scrive e per chi legge, mettere in fila una serie di fatti; una serie, anzi, di disumane vergogne. 1977: uno dei maggiori quotidiani giapponesi pubblicamente denuncia: «La Corea del Sud ha mandato negli Stati Uniti, in questi ultimi sei anni, quattromila feti all’anno. Il

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Il Papa pellegrino nelle terre di San Carlo

La grande, laboriosa Milano; Milano che vive, come forse nessun’altra città d’Italia, la dura, difficile tensione del presente e che la vive nelle luci e nelle ombre, nelle vittorie e nelle sconfitte, nelle glorie e nelle vergogne, nelle speranze e nelle disperazioni che ne conseguono; e, con lei, la Lombardia più intimamente legata alle memorie

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S. Carlo, il dramma della santità

Si chiude oggi il quarto centenario della morte di Carlo Borromeo e, forse, non è improprio tentare un primo sunto di come, nella presente occasione, l’enorme, drammatica santità della sua esperienza sia stata avvicinata, studiata e proposta. Scrivere quel che il lettore leggerà, presuppone che qualcosa di comune, un medium indifferente ed opaco, quasi si

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Renzo e Lucia in teatro

La «manzonità» (o dovremmo chiamarla, più fisiologicamente, «manzoneria»?) fu, è e sarà per chi scrive (almeno per come ai viventi è dato prevedere il loro proprio futuro) l’avito paese, l’avita casa; quello e quella cui si torna, senza bisogno di bussar alla porta, allorché la stanchezza rende impossibile procedere nella devastazione dell’esistere. Neppure a farlo

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Questo Museo s’ha da fare

Ogni critico, degno di tal nome e, dunque, consapevole degli errori e delle omissioni che, lungo l’esercizio del proprio lavoro, può commettere, si trascina dentro di sé un fardello di rimorsi; rimorsi che, nei casi di più grave dimenticanza, diventano vergogne. Questo, almeno, accade a noi. Spesso, vorremmo poter tornare indietro; non tanto per riavere

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