Giovanni Testori

Periodico

Senza il capolavoro scandaloso l’ultimo omaggio a Tiziano

Quando intesi che l’Ufficialità preposta in Milano a seguire le vicende dell’arte andava preparando un «Omaggio a Tiziano», mi parve logico supporre (ed, insieme, sperare) che un capitolo di quell’omaggio sarebbe stato riservato a cosa aveva determinato, dentro la cultura figurativa milanese, la presenza d’un quadro del Vecellio in una delle Chiese più colme di […]

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Chi è l’Arcimboldi

Con questo libro (Francesco Porzio: L’universo illusorio di Arcimboldi – Edizioni Fabbri) scende in campo e, possiamo star certi, per dar ben più d’una sorpresa, un critico nuovo; giovanissimo, ma dotato già d’una perizia sorprendente che, lungi dal restar ferma all’armatura filologica di cui dispone, l’usa per muoversi sul terreno, in cui l’ultima critica non

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Testori regista: «Io pago un debito d’amore»

La prima ragione, della scelta di realizzare l’Alfieri, è che si tratta d’uno degli autori che ho amato fin dall’adolescenza. Molti non capivano e ridevano. Ed ecco: ora comincio ad assolvere un debito con uno dei pilastri della storia della nostra letteratura, della nostra tradizione e del nostro teatro. Pagando questo debito e questo amore

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Diario fraterno d’un addio

Non è Margherita, in apparenza, a scrivere questo straziato eppur serenissimo «diario»; bensì il fratello. In esso, infatti, le parole, come il sangue e l’amore che lega l’uno all’altra, passano insensibilmente da quella a questi; passano senza alcuna prevaricazione, e senza alcuna violenza. Così tali parole prendono la forza e l’urgenza d’un messaggio; quasi d’un

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Ma io invoco perdono anche per noi

«Il Dio che atterra e suscita, – che affanna e che consola – sulla deserta coltrice – accanto a lui posò»: così ebbe a scrivere d’un cupo, seppur glorificato, «grande», quel supremo poeta della pietà che fu il Manzoni. Nell’atroce riduzione della morte di Marco Donat Cattin, la coltrice è l’asfalto di un’autostrada. Su quell’asfalto,

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Addio von Balthasar, teologo innamorato

Difficilmente una notizia di morte riesce a dare la consolante certezza d’un destino compiuto, proprio perché si era sempre ritenuto al di qua d’ogni risultato, come questa che ci giunge, improvvisa, del ritorno di Hans Urs von Balthasar dentro le braccia di Cristo; di Colui di cui era stato uno sprofondato, illimite conoscitore e, insieme,

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