Giovanni Testori

Periodico

L’uomo nelle supercarceri della statistica

Fra gli strumenti che la cultura moderna ha voluto mutuare dalla scienza, terreno in cui vien usato con ben più umile, esemplare chiarezza e necessità, v’è di certo quello delle statistiche. Bisognerebbe, una volta o l’altra, chiedersi se l’uso, anzi l’abuso che di esse vien fatto, segnali più il bisogno d’aver lucida davanti a sé

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Un Natale che sia veramente un giorno pieno d’amore

Da dove viene quel senso di dolcezza infinita, quasi di casa, di capanna, di grembo, che avvertiamo in noi quando ci poniamo a meditare su cosa significhi il Natale, una volta che lo si spogli d’ogni sua decorazione e lo si riconduca al vertice e all’abisso della sua umile e fulgida verità? E da dove

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Qualcuno vuole uccidere la maestà dell’uomo

Se dovessimo interpretare il più obiettivamente possibile quanto andiamo vedendo e leggendo, sembra a noi legittimo affermare come la massima difficoltà per le idee che s’eran costituite, prima in ideologie e che s’eran degradate poi in ideologismi, risieda nel momento in cui, al culmine del loro essere diventate culture egemoni e «padrone», vedono prender corpo

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La redenzione dell’uomo nel dramma della storia

Scritta con abissale, rocciosa semplicità; con concatenazioni non già accademiche e astratte, bensì intime e fatali, quasi procedendo da grumi di luce in luci di grotte, di capanne e di grembi; scritta, insomma, nei modi che furon propri ai più antichi testi della Chiesa, quei testi che ne han formato e ne formeranno per sempre

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La terra è ancora madre dell’uomo

Ogni anno diciassette milioni di bambini muoiono nel mondo per fame o per malattia; ma, prima di quelle morti, sono diciassette milioni d’umili, sconosciuti itinerari di sofferenze, di pene, di strazio e d’agonia che si svolgono; sono diciassette milioni di piccoli, immensi calvari; diciassette milioni di piccole, immense «vie crucis». Quindi, insieme e dopo quelle

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Questa morte è una luce

Sulla famiglia dei cristiani, anzi, sull’intera famiglia del mondo è scesa un’altra volta l’ombra della morte, forse sarebbe meglio dire che è scesa un’altra volta l’ombra del dolore. Ma è un dolore che, nella sua difficile spiegazione, contiene una quantità infinita di dolcezza, di speranza e di luce. Questa di Papa Giovanni Paolo I non

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Cinquanta o no, l’amore è un cerchio infinito

Se collochiamo, l’una accanto all’altra, frasi come «morire d’amore» da una parte (è il caso della lettera del cinquantenne disperato, pubblicata martedì dal «Corriere» e che tante reazioni emotive ha provocato), e dall’altra: «morire di miseria», «morire di fame», oppure «morire per testimoniare Dio», o anche «morire per testimoniare la libertà», avvertiamo subito con un

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