Giovanni Testori

Scritti e messe in scena

L’ultima colpa si chiama dimenticanza

Tre mesi sono trascorsi dalla sera in cui il terremoto ha devastato il nostro Sud ed è con vergogna e con un senso d’oscura amarezza che constatiamo come, simile a un’ombra, il silenzio sia già sceso su quegli eventi; sui morti, sui feriti, sulle rovine, sui paesi cancellati, sui dolori, sulle miserie, sulle difficoltà e

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Dal “Factum est”

Che il tema della generazione e del concepimento ritorni ancora una volta, con Factum est, quale perno della drammaturgia testoriana va spiegato più con la «organicità» e la fedeltà a se stessa, di ogni esperienza poetica; piuttosto che con troppo facili riferimenti all’attualità. Che il dramma dell’aborto non potesse non scuotere la sensibilità poetica di

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Giovanni Testori: quel libro, dopo tutte le ideologie

S’avvicina l’estate ed eccovi quindi un consiglio d’autore tutto speciale: speciale come ognuno può ben vedere per le dimensioni, speciale per il libro scelto, speciale infine per il nome di chi ha effettuato per noi questa scelta; insomma un consiglio che vuol far muro all’avanzata di gigantesche inanità che come sempre l’estate finirà con l’offrirci.

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La gioia e il dolore nel dovere della vita

Scegliere fra le tante lettere che ci han portato qui, sul tavolo, voci e parole tutte vere, tutte pagate, tutte necessarie, sembra a me nel momento in cui non superabili ragioni di spazio mi costringono a farlo, azione offensiva e impropria; crudele azione, azione legata a un tipo di chirurgia che non m’appartiene in nulla,

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La presenza della poesia (e l’assenza della critica)

La breve, intensissima raccolta di «Tramonti» e di «Albe» che, incentrate attorno a un grande «Paesaggio invernale» di Caldés, la «Compagnia del disegno» ha realizzato di Paolo Vallorz è stata insieme un’offerta straordinaria di poesia e una straordinaria prova di coincidenza tra immagine vissuta e partecipata e immagine restituita e formata; insieme a questo, dicevo,

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A te, per la vita, la libertà, l’amore

Dopo quelle pubblicate nel penultimo numero, sono arrivate in redazione altre lettere che, partendo dalla morte di Marco Riva, s’interrogano e meditano attorno alla vita, al suo senso e al suo valore; con gli amici de «Il Sabato» stiamo cercando la soluzione più giusta per pubblicarle. Ma una, questa, esige assolutamente d’uscire subito, qui, su

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Nel diamante dei simboli l’orefice è Dio

Non è per un omaggio estrinseco alla persona dell’autore – oggi Sommo Pontefice – che abbiamo voluto dedicare tanto spazio al dramma La bottega dell’Orefice, radiotrasmesso in questi giorni dalla rete 2 della Rai. È piuttosto per l’interesse intrinseco che quest’opera riveste, sia come testimonianza di una tradizione culturale – quella del popolo polacco –

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Interrogatorio a Maria

Coro: Verrà? Arriverà? Io l’ho chiamata. Con ansia. con amore l’ho invocata. L’invito, fratelli, ripetiamo: Cristo non vuole una preghiera sola, d’ogni momento vuole la fedeltà, l’ardore, l’acconsentimento. Nell’ora tarda, nell’ora, qui, della dorata sera, vieni, Madre nostra amata, vieni, cascina consacrata! Qui sulla piazza, tra le strade, le case, i fumi dei camini, nel

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