Scritti e messe in scena

Un anno. Un anno può essere tutto; può essere, quantomeno, l’inizio di qualcosa; ma può risolversi anche in una spugna che passa e tenta l’empietà di cancellare il tempo e, nel tempo, il terribile scoppio, lo strazio di donne e uomini dilaniati, il dolore di familiari ed amici, lo sgomento di un’intera città, di un […]

Tre mesi sono trascorsi dalla sera in cui il terremoto ha devastato il nostro Sud ed è con vergogna e con un senso d’oscura amarezza che constatiamo come, simile a un’ombra, il silenzio sia già sceso su quegli eventi; sui morti, sui feriti, sulle rovine, sui paesi cancellati, sui dolori, sulle miserie, sulle difficoltà e

Che il tema della generazione e del concepimento ritorni ancora una volta, con Factum est, quale perno della drammaturgia testoriana va spiegato più con la «organicità» e la fedeltà a se stessa, di ogni esperienza poetica; piuttosto che con troppo facili riferimenti all’attualità. Che il dramma dell’aborto non potesse non scuotere la sensibilità poetica di

S’usa dire che riprendere un avvenimento dopo un mese e mezzo, quando su di esso sembra essersi stesa la dura nebbia dell’indifferenza e del silenzio, non sia buona regola giornalistica. Il tempismo; così ci hanno insegnato. A costo di rubare, e in mali modi, la notizia. A costo di storcerla e, dunque, tradirla. Ora noi

Un’altra volta, e questa volta in una misura di sangue e di dolore fin qui mai raggiunta, il Paese è stato messo davanti alla cupa, atroce realtà del delitto che Caino, immemore del Padre, compie su Abele memore del Padre e perciò inerme e pio. Qui, a Bologna, il Paese è stato addirittura messo davanti

Martedì 29, a Castelgandolfo, la Compagnia del teatro dell’Arca di Forlì ha recitato «Interrogatorio a Maria» di fronte al Papa: s’è trattato d’un avvenimento che è venuto a coronare un anno di girovagare per l’Italia intera ed è venuto soprattutto a coronare un’accoglienza veramente straordinaria ricevuta ovunque. Parlano le cifre (circa 150 rappresentazioni, più di

Mai come in questi giorni, leggendo i quotidiani, abbiamo avuto la dura percezione del terribile obbligo alla velocità, dei terribili limiti e delle terribili trappole proprie di chi lega il suo lavoro ai tempi e ai modi del giornalismo. Lo stesso discorso vale, crediamo, tanto per la radio, quanto per la televisione. E mentre, da

Cari amici di Cracovia e della Polonia tutta, avevo disposto i miei impegni in modo da poter essere anch’io con voi in questi giorni; giorni che prego il Signore risultino bellissimi e, dunque, utili alla comprensione della nostra comune testimonianza della verità che è Cristo e della «forma di verità» che Cristo ci ha insegnato

«Dacci oggi il nostro pane quotidiano … »,  ed ancora: « …Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso…»; «il pane quotidiano» che è preciso pane e preciso cibo da mettere sotto i denti; e, per questo e in questo, realtà e carne di giustizia della vita, nella vita e per la vita;

Risulta davvero difficile e, anzi, par quasi di intervenire in una conversazione troppo cordiale (di cui ci sembra di indovinar il tempo, la luce e persino l’ora) e così indebitamente colorarla di luci esterne che ne interrompano il libero flusso; è difficile, dicevo, commentare la lettera così semplice, linda e consapevole che i ragazzi della