Giovanni Testori

Intervento Orale

Salviamo i morti per droga dalla ‘fossa comune’

Risposta: «Non riesco ad avere altri rapporti che non siano di partecipazione. Per me un personaggio è una persona. Lo prendo nelle braccia e lui prende nelle braccia me in una consuetudine d’amore. Non riesco a stabilire dei distacchi. Questa effusione dolorosa, questo abbraccio domandano che il linguaggio non sia precostituito, ma che sia un

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La via crucis del drogato fino alla resurrezione

Un avvenimento il cui senso mi spiega Testori, tornato al teatro con un progetto che lo associa a Branciaroli fino al ’93: sue tutte le otto opere in programma già scritte o abbozzate, e unico l’interprete principale. Emanuele Banterle, collaboratore alla regia, è presente all’intervista.  «In tempi di passioni e di fervori si faceva teatro

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Testori: i miei peccati di fede

“Prima di parlare di Branciaroli attore e di me scrittore e persona in scena — risponde Testori—vorrei dichiarare che In exitu esce da una precisa testimonianza cristiana, quella di Comunione e Liberazione. La compagnia de Gli incamminati, che lo ha realizzato, e della quale ho assunto da quest’anno la direzione artistica, ne forma infatti l’espressione

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Dal fondo del dolore di un anarchico cristiano?

Giovanni Testori: Sul palcoscenico la mia presenza non è solo quella dello “scrittore”. Ciò che dico esprime la voce della madre, del padre, della maestra di Gino e persino l’indignazione del pubblico. Sono lì a incarnare la mia responsabilità e il mio rapporto con questo ragazzo che muore di droga. Perché questo personaggio, sulla scena

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Il teatro come missione

Testori – Non possiamo avere paura dell’incarnazione Giovanni Testori: Vorrei ricordare l’entusiasmo quasi violento oltre che illuminato; lo stupore, cosciente e insieme, come sempre capita alle anime superlative, anche innocente con cui don Giussani ha sempre parlato del teatro. Io vorrei, rivedendo gli occhi di Giussani illuminarsi di fronte a quanto si diceva per noi

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Testori: il vero scandalo è che non vivo come i ricchi

Giovanni Testori: È saltato fuori questo divieto ai minori di 18 anni dopo che in televisione viene proposta quotidianamente l’a-cultura e l’idiozia erotica e scandalistica. Ma non è strano che la censura appare in teatro, l’unico luogo dove si è conservata un’antichissima sacralità. Anche i censori sanno che la parola incarnata solo in teatro può

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Verbò, due poeti maledetti in scena al Piccolo

Giovanni Testori: Non certo per esibizionismo. Anzi, spero di non recitare per niente. Perché in scena saremo in due, ma i personaggi sono quattro: i due poeti francesi più noi, l’attore e il drammaturgo, che ci investiamo della tragica, tormentata vita di Verlaine e di Rimbaud. Così io sarò me stesso in scena, per riportare

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