Giovanni Testori

Intervento Orale

Testori: “Il mio scomodo Alfieri”

«La regia io l’interpreto non come l’illustrazione, la decorazione, la parafrasi di un testo quasi sempre tradotto. È l’incarnazione della parola teatrale, in questo caso della parola tragica. Quindi significa introdurmi e cancellarmi, farmi bruciare, eliminarmi come terzo incomodo e lasciarmi distruggere, come inventore di sovrapposizioni, e fare incarnare, tramite mio e gli attori, la

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La voglia di Alfieri di Giovanni Testori

«Non è un canto. L’inestricabilità di questo linguaggio esprime una tensione critica che spezza la melodia. Ed è quello che sto facendo con gli attori».  «Buon segno» «Senza Alfieri non si può capire tutto il resto del teatro italiano. Non si può capire nemmeno Manzoni. Chissà, forse questa voglia di Alfieri è nell’ordine delle cose.

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Un Alfieri poverissimo, di sangue e parole

«Per rendere giustizia  all’ultimo autentico e grande trageda del teatro italiano. Per dissacrare i dissacratori di un autore che ho amato fin dall’adolescenza, col quale dunque pago un debito d’amore. Per affermare inoltre le virtù, anzi il primato, di un repertorio nazionale su un “teatro tradotto”, nel quale la parola è fatalmente in perdita, il

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Da Alfieri a Testori[:] parole e parole

“Nessuno ha mai recitato così Alfieri – ha detto con soddisfazione Testori ad alcuni amici, che si congratulavano con lui al termine della rappresentazione –. Penso che la mia regia non si vedeva più perché gli attori si sono perfettamente immedesimati nella parte. Volevo presentare questa perfetta unità tra gli attori e la parola”.    “Una

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Testori: “Alfieri ci riscatterà”

«Viviamo in un teatro di traduzioni che, credendo di privilegiarlo, riduce, anzi umilia il mistero e il rito teatrale a pura narrazione, a vicenda, a plot. Il teatro è invece reincarnazione della parola, e la sua tensione è percepibile e ricomponibile solo nella purezza del dettato originario. Abbiamo grandi drammaturghi, Della Valle, Dottori, Alfieri, Manzoni,

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Edipo l’ultimo guitto

Da venerdì al Pier Lombardo Parenti “scarozzante” diretto dalla Shammah Milano – Al termine del suo lungo, faticoso itinerario nella “trilogia” di Giovanni Testori, Franco Parenti è rimasto solo. Gli “gli scarozzanti”, gli emblematici guitti di paese che recitavano L’Ambleto e il Macbetto, portandoli sulla scena in quella loro lingua ardua e degradata, tutta immaginaria,

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