Periodico

Carissimo Luca, questa lettera che ti mandiamo noi tutti che lavoriamo a questo settimanale e, con noi, tanti tuoi amici, vorremmo che t’arrivasse, calma e serena, e che ti si fermasse lì, sul cuore, quel cuore su cui chissà quante volte tua mamma ha appoggiato la sua fronte. Insieme che sul cuore, vorremmo che ti […]

Quello che in queste pagine offriamo in anteprima rappresenta senza dubbio un avvenimento per la cultura italiana: si tratta infatti del primo libro di una collana diretta da Giovanni Testori ed edita dalla Rizzoli nel suo settore ‘tascabili’, cioè nella Bur. Già il nome lascia intendere molto, ‘I libri della speranza’; libri che, rompendo con

Un maestro d’attori, un capocomico, ma soprattutto una guida d’anime, un maestro di vita; e con lui sei ragazzi attori decidono di mettere in scena la «gran storia e gran tragedia» dei Promessi Sposi. È un’azione teatrale, certo, un momento di teatro in cui ad essere messa alla prova più che l’abilità degli attori è

«Dormi, o Celeste: i popoli — Chi nato sia non sanno; — Ma il dì verrà che nobile — Retaggio tuo saranno; — Che nella polve ascoso, — Conosceranno il Re». In questo modo Alessandro Manzoni chiudeva il suo inno al «Natale». Nella strofa precedente aveva però avviato il suo canto così: «Dormi, o Fanciul;

Così, nella povera patria che abitiamo, può accadere che un governo frani perché un deputato non ha saputo come premere il pulsante che avrebbe dovuto segnalare il colore del suo voto e perché un altro non ha resistito all’impellenza di recarsi alla toilette. Ci sarebbe di che ridere; se il riso potesse apparire sull’orlo del