Giovanni Testori

Scritti e messe in scena

La fatica religiosa di Cézanne

Il foltissimo eppur composto pubblico che sfila ogni giorno davanti ai dipinti dell’ultimo Cézanne — il Cézanne, intendo, dell’estremo decennio (1895-1906) — esposti al Gran Palais parigino fino alla fine di luglio, si differenzia talmente dalle folle che siamo soliti vedere in simili occasioni (folle vocianti e ciarliere, spesso indifferenti ovvero coloratamente rassegnate all’obbligo della

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Chi di Biennale ferisce di Biennale perisce

Stando a quel che si legge, una scarica di bordate violentissime, con annessi fulmine e saette, va scendendo, e meritatamente, sulla trentottesima edizione della Biennale; terza, ed ultima, per quel che riguarda il settore delle arti figurative, del già scaduto presidentato di Carlo Ripa di Meana. Sarebbe, tuttavia, ingiusto, come invece da più parti (neppure

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Le immagini, i segni

È planata in questi ultimi tempi, su vari quotidiani e su vari settimanali, un’annoiata ironia per il numero e la frequenza di «le immagini» di «segni» che l’accadere d’avvenimenti legati in modo particolare alla vita religiosa è andato terminando. Aldilà del tono ora irritato, ora cinico, ora isterico, ora mondano, di cui è giusto lasciare

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La luce dello Spirito Santo anche sulla folla

È difficile, quando venga sollecitata con tanta e tale forza dal disegno degli avvenimenti, che la parola umana regga alla sua necessità di restituire, non tanto l’emozione che ci prende di fronte e dentro quegli avvenimenti, quanto il loro senso ultimo e primo; quel senso che mai riusciamo a ad afferrare compiutamente, ma che talvolta

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