Giovanni Testori

In Periodico

Spiego la parola come centro del vero teatro

Giovanni Testori – Scelgo la parola: la parola dove e la parola come, perché la considero centro, termine primo e ultimo, anzi unico, non solo dell’avvenimento teatrale, ma della possibilità dell’uomo di esprimersi. G. T. – Sì, perché nel teatro è la parola che si fa carne e carne che si fa parola. Resa muta, […]

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Maestro, facci rivivere la storia di quel lago di Como

Giovanni Testori – Ma è questa, appunto, l’operazione arditissima consentita dal romanzo. Nei Promessi sposi <<il volgo disperso che nome non ha>> prende nome e cognome, si chiama Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. E si mette in spalla la croce dei destini dell’umanità. Che cosa capita? Che gli umili vincano, perché convertono, sconfiggono il potere.

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Testori: Varese? Ordinata, civile, umana

Giovanni Testori – Sono continuamente reduce da esperienze in un certo senso opposte, che però hanno come punto di partenza una stessa difficoltà. E’ indiscutibile che oggi i giovani subiscono, vivono, patiscono una grande difficoltà a vivere. Questa difficoltà può portare a fuggire dalla domanda che essa stessa pone e condurre all’annichilimento di chi la

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Quel grido di Erodiade

<<A quest’edizione di Erodiade ho aggiunto un prologo che si fa carico di annunciare il sacrificio, e quindi di segnalare l’identità tra teatro e sacrificio. Qui dunque la metafora del teatro come luogo dell’incarnazione della verità, già contenuta nei Promessi sposi alla prova, si fa ancora più evidente, più definitiva e tragica. Il senso del

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