La nuova Milano di Testori
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Ai greci manca quel che c’è in Shakespeare e Caravaggio «Con la malattia ho capito cos’è la povertà di spirito. I protagonisti di Sofocle, e anche Oreste, conoscono la libertà ma non la gioia del perdono» L’Antigone di Sofocle è una delle grandi metafore poetiche che hanno attraversato il tempo. L’edizione ’91 del Meeting di
«La cultura è niente senza Cristo» Read More »
R. – La cultura laicista e anche un certo cattolicesimo modernista hanno denigrato la confessione cristiana. Ora esplode questa forma di confessione dove il confessore, quando va bene, è Maurizio Costanzo. Mi sembra una messa in ludibrio del sacramento, dove il sacerdote è un tramite di Dio, nel segno di un bisogno totale di perdono.
Spegnete subito il video Read More »
Giovanni Testori – Vede, tutto è nato al Pio Albergo Trivulzio, luogo di deboli, anziani, emarginati. Su quelle sofferenze, politici e industriali andavano all’incasso. Ecco: abbiamo imparato a leggere le parole, ma non sappiamo più intendere i segni. Il Pio Albergo Trivulzio è il segno. Lo scandalo è lì. Tanto tempo fa il luogo simbolo
Testori: e ai politici dico inginocchiatevi, cattivi maestri Read More »
Giovanni Testori – «È una cosa sconcia — risponde con rabbia —. Si fa tanto per vincere le separazioni, le segregazioni, e poi si fa un assessore per gli omosessuali. È un modo per timbrarli due volte. E qui sbagliano anche quei gruppi che, per rivendicare uguaglianze astratte, cercano la ghettizzazione». G. T. – «Lasciamo
C’è Dio anche nei diversi Read More »
«Posta così, la domanda è astratta, buona tuttalpiù per una conversazione da caffè letterario. Perché, in realtà , non è possibile scrivere altro che Dio. Anzi, Cristo. Perché Dio-Cristo è il midollo, è ciò che sta all’interno della struttura stessa della vita. È Lui la risorsa della scrittura. Non c’è altra possibilità : questa è l’inevitabilità di
Dio? La variabile assente Read More »
Giovanni Testori: Non certo per esibizionismo. Anzi, spero di non recitare per niente. Perché in scena saremo in due, ma i personaggi sono quattro: i due poeti francesi più noi, l’attore e il drammaturgo, che ci investiamo della tragica, tormentata vita di Verlaine e di Rimbaud. Così io sarò me stesso in scena, per riportare
Verbò, due poeti maledetti in scena al Piccolo Read More »
«Perché sono due poeti maledetti, una delle vicende più sacre e dissacranti della letteratura di fine Ottocento. Ma c’è un’altra ragione: nel 1873, Rimbaud, dopo la rottura con Verlaine e chiusa la sua storia di poeta, scende a piedi da Stoccarda e si ferma a Milano dove per tre notti dorme in casa di una
A teatro come in Chiesa Read More »