Intervento Orale
Erodiade corpo del teatro
Risposta -Innanzitutto anche questa scelta, come succede sempre, nasce da una concreta occasione, da un incontro. Da una parte l’incontro con una compagnia, quella de Gli Incamminati, che mi ha chiesto e concesso di rappresentare questo mio testo, e dall’altra l’incontro con una attrice come Adriana Innocenti che sentivo avrebbe ben incarnato questo personaggio e
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Confiteor (secondo) di Testori davanti al registratore
Se esiste ancora l’Arialda? Anzi, se esistono ancora le Arialde? (il nome l’avevo preso da un’appassionatissima, violenta libertaria del mio paese). Esistono, sì, certissimamente. E le riconosco di colpo, con un trasalimento, un sussulto, qui, al cuore; e non solamente in donne che, fatti i conti, dovrebbero essere attorno ai sessanta. Il passo, la fissitÃ
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[Intervista]
UN AUTORE UNA CITTA’  Gli occhi sono azzurri, il viso intenso. Veste un maglione grigio e pantaloni antracite. Ha l’aria di un prete protestante. Unica frivolezza: una lunga sciarpa rossa.  Lo studio è a Brera. Al piano terra, dietro una cancellata in ferro battuto, un giardino interno, rami secchi e toni di un giallo
[Intervista]
I miei padri sono tutti pittori. Nella letteratura forse gli elisabettiani, di cui mi sono nutrito di più. Degli italiani Gadda, che però risulta prevedibile. Lui sapeva quello che faceva, e questo è il suo limite. Non va mai al di là , la sua parola è sempre qua, è sempre letteratura, mentre per me la
Giovanni Testori
Giovanni Testori, romanziere, drammaturgo, pittore, poeta, critico d’arte, per amore è senza casa. Vive e lavora, recluso e accampato, in uno studio di via Brera. Non ha un letto per dormire né un fornello per scaldarsi il caffè. La casa, fino a qualche anno fa, la possedeva: grande, luminosa, con terrazze cariche d’edera e di
