Giovanni Testori

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Una drammaturgia dell’oltre: dialogo fra l’autore e il regista

Testori: «La rivolta contro il Padre, la sua negazione, il distacco da lui, è questa la tragedia che investe l’uomo d’oggi nel suo essere e quindi nel suo consistere e concretamente esistere. L’aver smarrito il senso dell’essere figli, l’aver assassinato il Padre: è questo il peccato d’origine, o, come lo definisce la tradizione cristiana, il […]

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Erodiade corpo del teatro

Risposta -Innanzitutto anche questa scelta, come succede sempre, nasce da una concreta occasione, da un incontro. Da una parte l’incontro con una compagnia, quella de Gli Incamminati, che mi ha chiesto e concesso di rappresentare questo mio testo, e dall’altra l’incontro con una attrice come Adriana Innocenti che sentivo avrebbe ben incarnato questo personaggio e

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Confiteor (secondo) di Testori davanti al registratore

Se esiste ancora l’Arialda? Anzi, se esistono ancora le Arialde? (il nome l’avevo preso da un’appassionatissima, violenta libertaria del mio paese). Esistono, sì, certissimamente. E le riconosco di colpo, con un trasalimento, un sussulto, qui, al cuore; e non solamente in donne che, fatti i conti, dovrebbero essere attorno ai sessanta. Il passo, la fissità

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