In Periodico

Giovanni Testori – Mi chiedo come sia possibile che i mezzi di comunicazione continuino a parlare di un uomo che non è quello reale. Parlano di un’astrazione, di un’ipotesi, come se l’uomo fosse riducibile al loro discutere. Il mezzo che i mass media usano con più frequenza è la statistica: utile per scienze, applicata all’uomo […]

Giovanni Testori – Io credo sia in rapporto alla natura dell’uomo, alle sue disposizioni, al suo essere, e quindi è legata alle pulsioni spirituali interne, che chiedono l’espressione. Perché uno si esprime come può, con la vita, e perché tutti i gesti sono espressione. Vedi, è un fatto direi un pochino fatale, senza voler dare

<<C’è la possibilità di iniziare un teatro completamente diverso, dove si rappresenti una preghiera che avviene su un piano drammaturgico o un atto drammaturgico che diventi preghiera attraverso il suo essere liturgia. Se la cosa riesce, dovrebbe creare uno spazio teatrale diverso: antichissimo e nuovo. Può determinare un coagulo tra religioso, teologico e poetico che

Giovanni Testori – Lo scrittore cattolico è l’uomo che compie il tentativo di dire con la Parola la sua indignazione. Di più: il suo dolore. Non sono in gioco i valori dell’uomo singolo, ma il senso stesso dell’essere uomo, la sua prima e unica libertà.    Testori – La società contemporanea ha riempito l’uomo di

<<La forma è l’apparire della coscienza di un contenuto>> <<Il linguaggio deve essere semplice, ma di una semplicità che contenga tutte le implicazioni della profondità. Sono convinto che la grande poesia, come la grande pittura, sia quella che sembra ovvia. Quando in un libro si vede lo stile, non è un grande libro. Lo stile

Giovanni Testori – Un poco, ma sono felice.   G. T. – Il successo? Non lo cerco, non me ne rendo neanche conto. È un discorso laico, cinico, anche se luminoso per tutto quello che ricevo. Luminoso e faticoso. Il successo è anche la grazia, il dono e l’umiltà, dopo tanta disperazione, di poter dire

Giovanni Testori – Molto, moltissimo. Sono stati imposti dei modelli di vita orrendi, è cambiata l’anima di questa città. L’immigrazione poi ha sconquassato la cultura, intesa come sentimento della realtà, come modi e criteri di vita, propria di Milano e dei luoghi di origine. La “milanesità” è una grande pazienza della vita, unita a un

<<Ho cominciato con Conversazione con la morte, che segna una svolta nel mio lavoro e nella mia vita. L’avevo pensata per la parola di Renzo Ricci, ma non ho fatto in tempo: il grande attore è morto prima che io terminassi. Scrivendola sentivo urgere in me un bisogno di pronunciarla. Non vedevo nessun altro attore,

Giovanni Testori – Da quanto ho visto durante le prove, soprattutto per come l’ha interpretato la Shammah, questa edizione è completamente diversa da quella di Luchino tutta sotto l’insegna neorealista. L’interpretazione che ne ha ricavato Andrée punta sul lato tragico. Sì, anch’io ho temuto che il testo non reggesse al tempo. Invece la regia di

Giovanni Testori – No, non credo. Non è che io neghi o nasconda la speranza. Soltanto ritengo che uno scrittore abbia il diritto e il dovere di dare a chi legge o a chi ascolta il senso doloroso della vita, ma anche di qualcosa che deve nascere dalla disperazione, dal disfacimento. In effetti io penso